Riscatto contributi pensione: come funziona e cosa cambia nel 2024 

La guida al riscatto contributi pensione, ecco come funziona e cosa cambia nel 2024 con le novità della Legge di Bilancio e dell’Agenzia delle Entrate

INPS, pensioni
Photo credit: Eyesonmilan / Shutterstock
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I contributi da riscatto permettono al lavoratore di vedersi accreditata una copertura pensionistica anche per periodi in cui non sono stati versati contributi previdenziali.

Il sistema però è stato in parte rivisto dalla Legge di Bilancio 2024 e nuove istruzioni sono state fornite dall’Agenzia delle Entrate e l’INPS circa le ultime novità.

In via sperimentale, per il biennio 2024 2025, i lavoratori privi di pensione possono infatti riscattare periodi precedenti al 1° gennaio 2024, fino a un massimo di 5 anni, ma solo a determinate condizioni e in presenza di specifici requisiti.

In questa guida chiara e dettagliata vi spieghiamo cos’è il riscatto contributi pensione, come funziona e quali sono le novità per il 2024 – 2025.

COS’È IL RISCATTO CONTRIBUTI PENSIONE

Il riscatto contributi pensione è la procedura che permette di richiedere il diritto a conteggiare parzialmente o totalmente dei periodi non coperti da contribuzione previdenziale.

La Legge di Bilancio 2024 (dopo la sperimentazione del triennio 2019-2021) ha deciso di ripristinare per il biennio 2024-2025 la facoltà di riscattare i vuoti contributivi nella misura massima di cinque anni, ma solo per i periodi successivi al 1995 e antecedenti al 29 gennaio 2019.

Quelli così riscattati si chiamano “contributi pensione da riscatto” e le istruzioni per richiedere il loro riconoscimento sono state esposte e riassunte con tutte le relative novità dalla Circolare n.5/E dell’Agenzia delle Entrate, pubblicata il 7 marzo 2024.

Mentre l’INPS, con la circolare n.69 del 29 maggio 2024 ha indicato chi sono i beneficiari, qual è la durata del periodo di riscatto, l’onere e quali sono le modalità di presentazione della domanda.

QUALI SONO I CONTRIBUTI CHE SI POSSONO RISCATTARE

I contributi pensione “da riscatto” sono contributi che l’assicurato deve versare (quindi deve pagare) per far rientrare nel calcolo della sua pensione i periodi di lavoro in cui esiste la cosiddetta “scopertura assicurativa”, ossia quando la posizione del lavoratore presenta un vuoto contributivo, nonché tutti i periodi di attività svolta all’estero.

Tra i contributi da riscatto rientrano anche tutti i contributi accreditati in maniera figurativa, i cosiddetti “contributi figurativi” (cioè non versati né dal datore di lavoro né dal lavoratore) che vengono accreditati dall’INPS sul conto assicurativo del lavoratore per periodi in cui si è verificata un’interruzione o una riduzione dell’attività lavorativa e di conseguenza non c’è stato il versamento dei contributi obbligatori da parte del datore di lavoro.

In ogni caso, i contributi da riscatto concorrono a tutti gli effetti al raggiungimento degli anni di contribuzione previsti per la pensione di vecchiaia.

QUANTI ANNI DI CONTRIBUTI SI POSSONO RISCATTARE

Tra le novità della Legge di Bilancio 2024, in via sperimentale, per il biennio 2024 2025, coloro che sono iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e non già titolari di pensione, possono riscattare periodi precedenti alla data di entrata in vigore della legge, fino a un massimo di 5 anni.

CHI PUÒ RICHIEDERE IL RISCATTO CONTRIBUTI

Nel 2024, come precisato nella circolare INPS n.69 del 29 maggio 2024, possono richiedere il riscatto dei contributi della pensione i seguenti gruppi di lavoratori:

  • lavoratori dipendenti (come artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coltivatori, ecc) iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria (AGO) per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) dei lavoratori dipendenti;

  • gli autonomi iscritti alle forme sostitutive e alle gestioni speciali e alla Gestione separata, privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e non già titolari di pensione.

Condizione per l’esercizio della facoltà di riscatto in argomento è, quindi, l’iscrizione dell’interessato in uno dei regimi previdenziali richiamati dalla norma stessa. Tale condizione si intende verificata in presenza di almeno un contributo obbligatorio nella gestione pensionistica in cui è esercitata la facoltà di riscatto, versato in epoca precedente alla data di presentazione della domanda medesima.

È richiesto, inoltre, che l’interessato non sia titolare di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.

A tale fine, si avrà riguardo a qualsiasi tipologia di contribuzione (obbligatoria, figurativa, da riscatto) accreditata anteriormente alla predetta data del 1° gennaio 1996 in qualsiasi gestione pensionistica obbligatoria (comprese le Casse per i liberi professionisti) o acquisita nel regime previdenziale dell’Unione europea o nei singoli regimi previdenziali dei vari Stati membri o dei Paesi convenzionati con l’Italia in materia di sicurezza sociale.

Ulteriore condizione per l’accesso alla facoltà di riscatto in esame è la non titolarità, in capo al beneficiario, di un trattamento pensionistico diretto, in qualsiasi Gestione pensionistica obbligatoria.

COME FUNZIONA IL RISCATTO CONTRIBUTI PENSIONE

I lavoratori citati possono presentare domanda all’INPS per riscattare i contributi dei lavorativi senza obbligo contributivo, il periodo di studi o attività svolta all’estero, previo pagamento del relativo costo.

Per ottenere il riscatto, è necessario aver versato almeno un contributo settimanale all’INPS in qualunque periodo della vita assicurativa, anche dopo aver conseguito la laurea o titoli equiparati.

È possibile richiedere il riscatto all’INPS solo dopo aver iniziato l’attività lavorativa. Tuttavia, il periodo oggetto di riscatto deve essere compreso tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo accreditato (obbligatorio, figurativo, da riscatto) nelle forme assicurative richiamate dalla disposizione in esame.

Una volta riscattati, tali contributi sono considerati validi per soddisfare i requisiti di anni di contribuzione necessari per accedere alla pensione di vecchiaia o ad altri tipi di trattamenti pensionistici, come illustrati in questa guida.

Come specificato dalla Circolare n.5/E dell’Agenzia delle Entrate, inoltre, nel periodo della sperimentazione (ovvero nel biennio 2024 – 2025) i lavoratori dipendenti del settore privato possono chiedere al proprio datore di lavoro di sostenere l’onere per il riscatto. In tal caso, il datore di lavoro provvede alla copertura dell’onere utilizzando i premi di produzione spettanti al lavoratore stesso. Se il datore di lavoro sostiene l’onere del riscatto, lo stesso importo è portato in deduzione dal proprio reddito d’impresa o dal proprio reddito di lavoro autonomo.

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COME RICHIEDERE IL RISCATTO CONTRIBUTI PENSIONE

I lavoratori interessati possono richiedere il riscatto parziale o totale dei periodi non coperti da contribuzione nella misura massima di 5 anni, esclusivamente in via telematica, attraverso uno dei seguenti canali:

  • tramite il sito web INPS, accessibile dal cittadino munito di SPID almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi), CIE (Carta di identità elettronica) 3.0 oppure con IDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) o PIN dispositivo rilasciato dall’Istituto solo per i residenti all’estero non in possesso di un documento di riconoscimento italiano e, pertanto, impossibilitati a richiedere le credenziali SPID, attraverso il seguente percorso: “Pensione e Previdenza” > “Ricongiunzioni e riscatti” > Area tematica “Portale dei servizi per la gestione della posizione assicurativa” > “Riscatti”;

  • chiamando il Contact center multicanale, da telefono fisso al numero verde gratuito 803 164 o da telefono cellulare al numero 06 164164, a pagamento in base al piano tariffario del gestore telefonico;

  • rivolgendosi a istituti di Patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

La presentazione della domanda di riscatto è limitata al biennio 2024–2025. Pertanto, può essere presentata dalla data di entrata in vigore della Legge di bilancio 2024 (1° gennaio 2024) e fino al 31 dicembre 2025 (termine ultimo per l’esercizio della facoltà di riscatto).

Come chiarito nella circolare INPS 29 maggio 2019, n. 78, può essere presentata dal diretto interessato o dai suoi superstiti o, entro il secondo grado, dai suoi parenti e affini. Tuttavia, nei casi in cui la domanda sia presentata dal parente o affine o dal datore di lavoro, in fase di presentazione della stessa è necessario che sia acquisito il consenso del soggetto interessato. Senza tale consenso, la relativa domanda è irricevibile.

QUALI SONO I PERIODI CHE SI POSSONO RISCATTARE AI FINI PENSIONISTICI

I periodi attualmente riscattabili ai fini pensionistici per ottenerne l’accredito sulla posizione assicurativa sono:

  • il corso legale di studi universitari, lauree brevi e titoli equiparati;

  • l’attività lavorativa svolta all’estero, nei paesi che non hanno stipulato con l’Italia convenzioni in materia di sicurezza sociale;

  • i periodi di assenza facoltativa dal lavoro per gravidanza e puerperio al di fuori del rapporto di lavoro;

  • i congedi per gravi motivi familiari;

  • i congedi per formazione e studio;

  • il lavoro prestato come parasubordinato prima del 1996.

La legge offre la possibilità di riscattare tali periodi, consentendo di raggiungere o migliorare il trattamento pensionistico.

QUANTO COSTA IL RISCATTO CONTRIBUTI PENSIONI

Il riscatto contributi pensione ha un costo variabile, che cambia in base alle norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo.

Riportiamo di seguito i casi differenti.

1) SISTEMA CONTRIBUTIVO

I periodi a partire dal 1º Gennaio 1996, che quindi rientrano nel sistema contributivo, possono essere riscattati applicando l’aliquota contributiva in vigore alla data di presentazione della domanda, alla retribuzione (assoggettata a contribuzione) nei 12 mesi meno remoti, andando a ritroso dal mese di presentazione della domanda di riscatto.

ESEMPIO DI CALCOLO

Ecco un esempio pratico. Supponiamo che un laureato voglia riscattare 4 anni di laurea, dal 2002 al 2006, nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’Assicurazione generale obbligatoria. Mettiamo anche il caso che abbia presentato domanda di riscatto il 31 Gennaio 2022. Con il riscatto ordinario si andrà a spendere poco più di 42.000 Euro.

Infatti, se la retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi meno remoti è pari a 32.170 Euro e l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche vigente nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti è pari al 33%, si avrà: 32.170,00 x 33% = 10.616,10 x 4 anni = 42.464,40 Euro.

2) SISTEMA CONTRIBUTIVO ANTE 1996

Per il riscatto contributi con il sistema contributivo ante 1996, va fatta una specifica. Con il Messaggio n. 2564 del 07-07-2023, l’INPS ha infatti, spiegato come funziona la definizione delle domande di riscatto, rifacendosi a quelle della laurea nello specifico, qualora sia stata esercitata l’opzione inerente al sistema contributivo e i periodi da riscattare siano indispensabili per il perfezionamento dei requisiti. Le regole valgono per tutti i tipi di riscatti contributi pensione in cui si perfezionino i requisiti richiesti per l’esercizio dell’opzione al sistema contributivo, vale a dire:

  • meno di 936 settimane (pari a 18 anni) di contribuzione al 31 dicembre 1995 (la liquidazione del trattamento pensionistico esclusivamente con le regole del sistema contributivo è, comunque, concessa a coloro che possono fare valere un’anzianità contributiva di almeno 18 anni al 31 dicembre 1995, a condizione che abbiano esercitato il diritto di opzione entro il 1° ottobre 2001);

  • almeno 780 settimane (pari a 15 anni) di cui almeno 260 settimane (pari a 5 anni) dal 1° gennaio 1996;

  • almeno un contributo anteriormente al 1° gennaio 1996.

In questi casi ci si può trovare di fronte a due possibilità:

  • assicurato che matura un’anzianità pari o superiore a 18 anni al 31 dicembre 1995: l’opzione al sistema contributivo non può essere validamente esercitata e l’onere del riscatto sarà determinato con le modalità ordinarie;

  • assicurato che raggiunge il requisito di almeno un contributo anteriore al 1° gennaio 1996 e/o il requisito di almeno 15 anni di contribuzione (di cui almeno 5 dal 1996): l’onere da riscatto è determinato mediante il criterio della riserva matematica, facendo riferimento al contributo minimo per fare acquisire la qualifica di iscritto al 31 dicembre 1995, passando al sistema di calcolo misto e con il calcolo a percentuale per il restante periodo (agevolato in caso di riscatto del corso di studi universitario).

Il Messaggio n. 2564 del 07-07-2023 sottolinea anche che la quota di onere relativa al riscatto dei periodi determinanti per il perfezionamento dei requisiti prescritti per l’esercizio della facoltà di opzione (sia per acquisire la qualifica di iscritto al 31 dicembre 1995 che per il raggiungimento del requisito previsto per optare) deve essere versata in unica soluzione, mentre il restante onere è caricato sulle rate del piano di ammortamento.

ESEMPIO DI CALCOLO

A titolo esemplificativo, nel Messaggio n. 2564 del 07-07-2023, l’INPS il caso di un soggetto non iscritto al 31 dicembre 1995 che alla data della domanda ha solo 14 anni di contribuzione. Presenta domanda di riscatto del corso di laurea pari a 4 anni collocati anteriormente al 1° gennaio 1996. Per effetto del riscatto si perfeziona sia il requisito di almeno un contributo anteriore al 1° gennaio 1996 sia il requisito di almeno 15 anni di contribuzione.

L’onere del riscatto corrispondente al contributo minimo (un mese) necessario a fare acquisire al soggetto la qualifica di iscritto al 31 dicembre 1995 è determinato con il criterio della riserva matematica, il restante periodo è, invece, determinato con il calcolo a percentuale (“agevolato”, se l’interessato lo ha richiesto in fase di domanda). L’onere corrispondente ai 12 mesi di riscatto necessari a perfezionare il requisito per optare deve essere versato in unica soluzione.

In sintesi:

  • anni chiesti a riscatto = 4 = 48 mesi;
  • onere corrispondente a 1 mese ante 1996: 500 euro;
  • onere corrispondente agli altri periodi (47 mesi): 19.500 euro;
  • onere totale: 20.000 euro;
  • importo da versare in unica soluzione: 1 mese (calcolato con riserva matematica) + 11 mesi (determinati con calcolo a percentuale/agevolato) = 500 euro + (19.500:47*11) = 5.063 euro > trasformato in giorni sarà pari a 500 euro + (19.500:1410*330) = 5.063 euro;
  • importo totale da versare a rate (da suddividere in 119 rate): onere totale – onere della prima rata da versare in unica soluzione = 20.000 euro – 5.063 euro = 14.937 euro;
  • importo rata mensile: 14.937,00:119 = 125,52 euro.

3) SISTEMA RETRIBUTIVO

I periodi che, invece, si collocano nel sistema retributivo, sono riscattabili con un contributo che cambia in base a diversi fattori: età, periodo da riscattare, sesso, anzianità contributiva totale e retribuzioni degli ultimi anni.

A tal proposito è bene ricordare che, nel corso del 2023, per coprire un anno di contribuzione volontaria è necessario un budget minimo di 3.898 euro, in aumento rispetto ai 3.606 euro registrati lo scorso anno, come indicato dall’INPS nella Circolare n. 22/2023, che presenta le consuete tabelle per i lavoratori dipendenti ed autonomi iscritti all’INPS.

Dunque, quanto costa riscattare 2 anni di contributi volontari? Per esempio, per determinare il costo di due anni di contributi volontari, si fa il seguente calcolo.

Il costo dei contributi a settimana è di 227,18 euro, moltiplicato per il 33%, equivalente a 74,97 euro. Pertanto, il costo per due anni di contributi volontari risulterà essere 74,97 euro moltiplicati per 104, risultando in un totale di 7.797 euro.

Quanto costano 5 anni di contributi per la pensione nel caso di un parasubordinato? A fini del calcolo del contributo volontario, si considera esclusivamente l’aliquota IVS vigente per coloro privi di tutela previdenziale (ovvero non assicurati e senza pensione), che per l’anno 2023 è pari al 33% (mentre è del 25% per i titolari di partita IVA).

Considerando che il minimale per l’accredito contributivo rimane fissato a 17.504 euro, l’importo minimo dovuto da parte dei contribuenti volontari della Gestione Separata non potrà essere inferiore a 4.376,04 euro su base annua e 364,67 euro mensili per i professionisti, e a 5.776,32 euro su base annua e 481,36 euro mensili per tutti gli altri iscritti. Il costo di 5 anni di contributi sarebbe quindi pari a circa 21.000 o 25.000 euro nei casi citati.

4) PERIODI NON COPERTI DA CONTRIBUZIONE

Per calcolare l’onere del riscatto dei periodi non coperti da contribuzione si ricorre al sistema contributivo. Il costo relativo è, quindi, determinato con il meccanismo del calcolo a “percentuale”, applicando l’aliquota contributiva di finanziamento in vigore alla data di presentazione della domanda nella Gestione pensionistica ove opera il riscatto.

Come specificato nella circolare INPS n.69 del 29 maggio 2024, la base di calcolo dell’onere è costituita dalla retribuzione assoggettata a contribuzione nei dodici mesi meno remoti rispetto alla data della domanda ed è rapportata al periodo oggetto di riscatto. Tale retribuzione è attribuita temporalmente e proporzionalmente ai periodi riscattati. La rivalutazione del montante individuale dei contributi disciplinato dalla legge n. 335/1995 ha effetto dalla data della domanda di riscatto.

COME PAGARE IL RISCATTO CONTRIBUTI PENSIONE

Come confermato dalla circolare INPS n.69 del 29 maggio 2024, l’equivalente economico per il riscatto contributi ai fini pensionistici va pagato all’INPS scegliendo una delle seguenti modalità:

  • in unica soluzione;

  • in rate mensili senza interessi, per un massimo di 120 rate, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro, senza applicazione di interessi per la rateizzazione.

La lista dei canali di pagamento è disponibile sul sito Internet del sistema pagoPA all’indirizzo pagopa.gov.it.

È possibile effettuare il pagamento rateale anche mediante addebito diretto sul conto. In questo caso basta recarsi nell’agenzia bancaria o nell’ufficio postale presso cui si ha il conto e compilare un modello SDD. Una volta comunicata l’autorizzazione dell’addebito, l’INPS invierà una lettera di conferma indicante il mese di attivazione del servizio e gli importi relativi alle scadenze dell’anno. In attesa della lettera di conferma spedita dall’INPS, si dovrà continuare a effettuare i pagamenti utilizzando con le altre modalità di pagamento indicate, rispettando le scadenze mensili.

L’addebito automatico potrà essere revocato dal contribuente in qualunque momento, con comunicazione tempestiva all’agenzia bancaria o all’ufficio postale. Le restanti rate potranno essere pagate con le altre modalità di pagamento.

Il mancato pagamento dell’importo in unica soluzione o del versamento della prima rata è considerato come rinuncia alla domanda. La pratica, quindi, viene archiviata dall’INPS senza ulteriori adempimenti. La rinuncia, tuttavia, non preclude la possibilità di presentare una nuova domanda di riscatto per lo stesso titolo e periodo. In tal caso l’onere di riscatto verrà rideterminato con riferimento alla data della nuova domanda.

Inoltre:

  • in caso di pensionamento prima del pagamento completo, le rate restanti devono essere versate in un’unica soluzione;

  • se il riscatto viene richiesto da una persona già in pensione, il pagamento non può essere rateizzato, ma deve essere effettuato entro 60 giorni.

LA GUIDA ALLA RIFORMA PENSIONI

In questa guida vi illustriamo tutte le proposte e le novità sulla riforma del sistema previdenziale italiano a partire dal prossimo anno. Vi invitiamo a leggere anche la nostra guida alla Legge di Bilancio 2024 con il testo non definitivo della Manovra e del collegato fiscale in PDF. I testi sono allegati e scaricabili gratuitamente.

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Vi invitiamo a leggere l’articolo su come funzionerà l’aumento pensioni nel 2024 e quello sulle pensioni minime. A vostra disposizione anche la guida alle le modalità di pensionamento anticipato nel 2024.

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Potrebbe interessarvi infine approfondire la nuova proposta per la pensione minima a 1.000 euro al vaglio del Governo.

Per conoscere tutte le novità e gli approfondimenti vi invitiamo a visitare la sezione dedicata alle pensioni che viene costantemente aggiornata.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
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