Proposta cambio requisiti per Opzione Donna nel 2024

La proposta per cambiare i requisiti di accesso a Opzione Donna nel 2024 e le richieste di modifica al vaglio del Governo

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Da maggioranza e opposizioni, ogni partito ha avanzato la propria proposta per il cambio requisiti di Opzione Donna nel 2024.

La Legge di Bilancio 2023 aveva introdotto una serie di criteri nuovi per l’accesso alla forma di pensione anticipata per le donne, che con la Legge di Bilancio 2024 tuttavia potrebbe cambiare di nuovo. La norma attualmente in vigore prevede un minimo 35 anni di contributi e almeno 60 anni di età o, in alcuni casi, anche solo 58 o 59 in base al numero di figli o alla dipendenza presso un’azienda in crisi. Ma proprio questi potrebbero essere modificati.

In questo articolo vi illustriamo quali sono le proposte relative al cambio di requisiti per Opzione Donna nel 2024, presentate da maggioranza e opposizione al Governo, per includere un numero maggiore di lavoratrici nella misura.

QUALI SONO LE PROPOSTE DI CAMBIO REQUISITI OPZIONE DONNA 2024

L’ultima proposta presentata vorrebbe togliere il requisito legato ai numero di figli per l’accesso alla pensione anticipata con Opzione Donna nel 2024. Tuttavia, vi sono diverse proposte di cambio requisiti per Opzione donna nel 2024. In attesa della redazione della Manovra 2024, vediamo quali sono le ipotesi al vaglio del Governo.

1) ADDIO AL PALETTO SUL NUMERO DEI FIGLI

Dai partiti della maggioranza di Governo in Parlamento, in vista della definizione della Legge di Bilancio 2024, arriva la proposta di eliminare il paletto del numero dei figli per la determinazione dell’età di accesso a Opzione donna.

Cioè, ci riferiamo al criterio che consente di anticipare a 59 anni il pensionamento in presenza di un figlio e a 58 con due o più figli. Per queste categorie, quindi, la soglia anagrafica tornerebbe a 58 anni (come nel 2022). La misura allargherebbe il numero delle aventi diritto a Opzione donna nel 2024.

2) STOP A TUTTI I REQUISITI INTRODOTTI DALLA LEGGE DI BILANCIO 2023

Alle proposte di modifica si aggiunge quella presentata con la Mozione 1-00103 del 5 aprile 2023 a prima firma dell’ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando (ora Parlamentare PD).

Il PD aveva cioè, chiesto al Governo di adottare, sin dal primo provvedimento utile o dal 2024, le opportune iniziative volte a ripristinare Opzione Donna nei termini previgenti la Legge di Bilancio 2023. In particolare, i dem hanno sostenuto, nella seduta del 5 aprile 2023, che:

  • con le modifiche entrate in vigore dal 1° gennaio 2023, come evidenziato dalla stessa relazione tecnica alla Legge di Bilancio 2023, la platea delle lavoratrici che teoricamente potranno accedere a Opzione Donna, scendono drasticamente dalle 17.000 ipotizzate sino al 31 dicembre 2022 a neanche 3.000;

  • le modifiche ai requisiti fin da subito hanno destato una vasta eco di critiche sia per gli effetti sociali, sia per segnale politico che ne è scaturito sulla condizione della donna lavoratrice. Inoltre, hanno destato anche legittimi dubbi di costituzionalità per quanto concerne la previsione che modula la soglia anagrafica per l’accesso ad opzione donna in ragione della presenza o meno di figli.

Per tali motivi il PD, oltre a chiedere la proroga di Opzione Donna nel 2024, impegnava il Governo ad adottare, sin dal primo provvedimento utile, a eliminare i requisiti introdotti dalla Legge di Bilancio 2023. La mozione, per ora, rimane una proposta, ma non è stata approvata. Vi aggiorneremo appena vi saranno novità in merito.

3) FUSIONE APE SOCIALE CON OPZIONE DONNA DAL 2024

Un’altra possibile modifica di Opzione Donna nel 2024 è quella che prevede una fusione con APE Sociale, la misura che vi illustriamo in questo approfondimento.

L’introduzione di questa nuova formula potrebbe prevedere l’abbattimento dell’età minima richiesta a 60 anni, con requisiti più flessibili (da definire) per caregiver e lavoratrici in specifiche condizioni. Anche questa possibilità, sebbene meno probabile della prima, sarà discussa e studiata dal Governo. Vi faremo sapere.

4) RICONFERMA OPZIONE DONNA COME NEL 2023

Oltre alle possibilità di modifica di Opzione Donna che vi abbiamo illustrato finora, resta anche un’altra proposta che arriva dalla maggioranza di Governo. Ossia, quella di lasciare nel 2024 la misura con le stesse regole valide nel 2023.

Più precisamente, fermo restando l’accumulo di 35 anni di contributi, Opzione Donna potrebbe restare accessibile solo per alcune categorie di lavoratrici e con requisiti anagrafici diversi in base al numero dei figli, con le modalità stabilite dalla Legge di Bilancio 2023, che vi spieghiamo nella nostra guida. Anche questa ipotesi, però, è tutta ancora da verificare e noi, vi faremo sapere.

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COM’È CAMBIATA OPZIONE DONNA NEL 2023

Vi sono diverse proposte di cambio requisiti per Opzione donna nel 2024, specie dopo le numerose modifiche apportate alla misura nel 2023. Come vi abbiamo spiegato in questa guida, infatti, dal 1° gennaio 2023 Opzione donna si è arricchita di nuovi specifici requisiti che, secondo alcuni parlamentari rischiano sono stati troppo selettivi. Ma quali sono questi requisiti? Vediamolo insieme.

REQUISITI OPZIONE DONNA 2023

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto una serie di nuovi requisiti per l’accesso a Opzione donna nel 2023.

Ricordiamo che Opzione Donna è una forma di pensionamento anticipato straordinario dedicato alle donne, lavoratrici dipendenti o autonome con almeno 35 anni di contributi, nonché in possesso di specifici requisiti.  Non è una misura strutturale, ovvero, va rinnovata ogni anno. L’ultimo rinnovo in ordine di tempo è quello previsto dalla Legge di Bilancio 2023 che vi abbiamo citato, che ha introdotto diverse modifiche rispetto alla formulazione prevista nel 2022.

Ossia, possono accedere a Opzione Donna 2023, secondo le disposizioni in vigore dal 1° gennaio, le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 hanno maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 anni, un’età anagrafica di almeno 60 anni e che si trovino – alla data di presentazione della domanda – in una delle seguenti condizioni:

  • assistano da almeno 6 mesi il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di 1° grado convivente con handicap in situazione di gravità. L’assistenza vale anche nel caso di un parente o un affine di 2° grado convivente nel caso in cui i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap grave abbiano compiuto i 70 anni di età  oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti;

  • presentino una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, pari almeno al 74%;

  • siano lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo, alla data del 1° gennaio 2023, ovvero è attivato in data successiva, un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

L’età necessaria da avere entro il nuovo termine di maturazione dei requisiti cambia a seconda del numero dei figli, ossia:

  • 60 anni di età per le lavoratrici senza figli;
  • 59 per chi ha un figlio;
  • 58 per chi ha due o più figli o è dipendente di un’azienda in crisi per cui non vige il parametro dei figli (il requisito anagrafico sarà sempre di 58 anni).

Il trattamento pensionistico decorre una volta trascorso il termine di:

  • 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per le lavoratrici dipendenti;
  • 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per le lavoratrici autonome.

Secondo degli esponenti di maggioranza e opposizione al Parlamento, questi requisiti però, andrebbero modificati nel 2024. Vediamo come.

LA GUIDA SU PENSIONE OPZIONE DONNA

Per ogni dettaglio mettiamo a disposizione la nostra guida su Opzione Donna, continuamente aggiornata, in cui spieghiamo nel dettaglio cos’è e come funziona questo strumento pensionistico e le ultime novità. In questa pagina, invece, trovate la guida dedicata su come presentare domanda per Opzione donna. Da leggere anche questo focus su come cambierà.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo anche il nostro articolo sulla riforma pensione 2024 e le proposte al vaglio, quello che fa il punto sulle pensioni 2023  e la guida aggiornata sull’APE sociale e anticipo pensionistico nel 2023. E a proposito di anticipi, vi consigliamo l’approfondimento su pensione con Quota 103.

Per scoprire altre interessanti novità sulle pensioni, vi invitiamo a leggere questa sezione. Se volete rimanere aggiornati sulle novità legislative vi consigliamo di visitare invece questa pagina.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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5 Commenti

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  1. Purtroppo le donne del pubblico impiego non possono essere licienziate quindi non possono usufruire della legge penso che al governo queste cose li sanno e non possono far finta di non vedere

  2. Attendiamo tutte il ripristino con i vecchi requisiti di opzione donna. E vergognoso che dopo 35/36 anni di contributi e 60 anni di età non si possa accedere alla pensione siamo donne stanche che hanno cresciuto i figli lavorando tanto nel mio caso facendo tre turni compreso festivi ed ora dopo tanti anni di ospedale compreso la pandemia non c’è la facevo più.

  3. Buongiorno, spero che sia sempre fattibile poter accedere per le donne all’Opzione Donna.
    Abbiamo versato per 35 anni i nostri contributi per il lavoro svolto da ognuna di noi e quindi vogliamo che le nostre fatiche vengano riconosciute.

  4. Patrizia 63
    Spero fiduciosa al ripristino di opzione donna con i vecchi requisiti xchè noi donne abbiamo subito con la nuova riforma opzione donna 2023 ad un ulteriore discriminazione nel campo lavorativo e pensionistico.

  5. È auspicabile che venga ripristinata la vecchia norma di opzione donna nel più breve tempo possibile. È vergognoso quanto fatto da questo governo in ordine a opzione donna nella vigente legge di bilancio. Mi congratulo con il PD per la buona volontà di ripristinare opzione donna con I requisiti originali.

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